GASTRONOMIA

La cucina romagnola nasce da ricette dell’antica tradizione contadina, dal mondo dalla marineria, dalla pastorizia e dalla montagna.
Numerose ricette della cucina Italiana sono ricette romagnole. La cucina dei Romagnoli fu, nei primi anni del ‘900, sintetizzata ed egregiamente descritta con 4 voci: i cappelletti, i passatelli, il pollo arrosto e la piadina, (che varia da zona a zona in spessore e dimensione), senza dimenticare la cucina di mare e l’importanza delle carni ….
In terra di Romagna, la parola d’ordine è: sfoglia fatta in casa. Figura storica della cucina romagnola è la “zdora” (signora di casa) che preparava, e ancor oggi prepara, , la sfoglia sul tagliere in legno !

E’ grazie alle Zdore che dalla cultura gastronomica popolare sono così
sopravvissuti primi piatti (in romagnolo “le minestre”) come le tagliatelle, i tagliolini, i maltagliati (o puntarine: a forma di losanghe o lunghi triangoli irregolari,) vengono spesso realizzate utilizzando i ritagli della sfoglia rimasti dopo altre preparazioni (tagliatelle, cappelletti), i garganelli (quadri di sfoglia all’uovo avvolti a formare un tubetto, poi rigati perpendicolarmente premendoli su di un pettine di telaio), i cappelletti hanno un ripieno a base di un miscuglio di formaggi diversi, come ricotta, casatella, formaggio bazzotto e – immancabilmente – parmigiano, legati con uovo, i ravioli, la spoja lorda o minestra imbottita, passatelli (caratteristici cordoncini ricavati da un morbido impasto di parmigiano, uovo e pangrattato) e gli strozzapreti (brevi strisce di pasta, tradizionalmente senza uova, ritorte sfregandole fra i palmi delle mani), ma non solo! L’arte del mattarello, rende la Romagna famosa nel mondo grazie alla sua piadina, che in questa terra non è solo un cibo, con gli oltre mille chioschi sparsi lungo la costa, ma è un vero e proprio fenomeno di costume diventato prodotto IGP (indicazione Geografica Protetta)

Il pesce è coprotagonista della cucina romagnola; dalla cultura marinara si è tramandata l’idea della “rustìda” (che in dialetto significa cuocere il pesce pescato su graticole roventi). Tradizione che prosegue con la grigliata sulla quale è cotto il pesce dell’Adriatico dopo essere stato avvolto da una panatura con pan grattato, olio e prezzemolo. L’opulenza delle carni ha origine nella cucina risalente al dominio bizantino e delle Signorie, ricordiamo soprattutto quelle: di maiale possibilmente la Mora Romagnola (presidio Slow Food) e il Galletto in umido alla romagnola. Ricordiamo che la Caveja e il Galletto sono i simboli della Romagna; la Caveja era (ed è tuttora) uno dei tanti motivi decorativi utilizzati nella stampa a ruggine dei tessuti, tipica della tradizione romagnola, di bovino (razza romagnola), e da cortile cucinate in forno con abbondante uso di limone e di rosmarino.

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